sabato 31 dicembre 2016

Buon 2017!




Capodanno è ormai alle porte: poche ore e sarà 2017!

Come festeggerete la notte più lunga dell’anno? Che rimaniate a casa per una cena tra amici o partecipiate a feste e veglioni, è importante ricordarsi sempre di prestare un occhio di riguardo al mondo che ci circonda.

Festeggiate nel rispetto dell’ambiente: modificando le vostre abitudini potrete trasformare anche il Capodanno in una festa ecosostenibile. Ecco alcuni consigli per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo in modo meno impattante sull’ambiente.

4. Per le decorazioni luminose usate lampade a basso consumo energetico e lucine decorative a LED.

3. Per il cenone riducete al minimo il consumo di carne e pesce optando per un menù vegetariano o vegano.

2. Per un cenone a buffet non usare stoviglie di plastica ma scegliete posate, piatti e bicchieri in materiale biodegradabile.

1. Ricordatevi di smaltire il vetro delle bottiglie di spumante stappate per il brindisi negli appositi contenitori e di riciclare i tappi di sughero.

Con questo, lo staff del blog di Falcinelli Group augura a tutti i suoi amici, lettori e fan un felice capodanno ed un sereno 2017!
Ci vediamo nell’anno nuovo! 


sabato 24 dicembre 2016

Buon Natale!




Gli anni passano e l’albero di Natale continua a portare decorazioni che abbiamo acquistato per l’occasione: stelle luminose, pupazzi di neve, ghirlande, palline, luci e nastri colorati, quasi tutti in plastica. Dovremmo averne più cura facendo buon uso di possibili materiali di recupero, costruendo a mano le decorazioni, magari con i bambini di casa, per poter trascorrere un Natale più verde ed ecologico.


La carta dei giornali e delle riviste, la carta da pacchi ed i cartoni sono tre alleati ideali per una Natale riciclato. Con le forbici, un pennello ed un po’ di colla bianca possiamo fare stelle, ornamenti ed un’infinità di decorazioni natalizie. 
Grazie alle bottiglie di plastica possiamo fare delle ghirlande molto originali, tagliandole a strisce ed attaccandole una all’altra. Se poi non le avete del colore che preferite per decorare l’albero, possono sempre essere colorate con vernici bio o decorate con piume e frutta secca.


Sappiamo tutti che un albero senza luci non è un albero di Natale, ma per essere sempre ecologisti possiamo utilizzare le luci a basso consumo.

Negli ultimi anni sono state realizzate luci natalizie a led di ogni tipo, che consumano solo il 10% dell’energia utilizzata dalle luci tradizionali. Inoltre queste illuminazioni a led sono di ottima qualità e lunga durata, oltre che abbastanza economiche, non dovrete preoccuparvi quindi se funzioneranno anche il prossimo anno. Per non consumare risorse inutilmente, le luci andrebbero spente durante il giorno e la notte quando andiamo a dormire, coniugando così economia e sicurezza.



A tutti gli amici di Falcinelli Group, auguriamo un felice Natale e buone festività!


giovedì 15 dicembre 2016

Le renne salvano il Natale... Ed anche il pianeta!





Nei mesi invernali, alle renne di Babbo Natale si chiede soltanto di essere instancabili e veloci lavoratrici. Durante i mesi estivi, però, questi animali assumono un ruolo forse ancor più nobile del consegnare regali.


Uno studio pubblicato su Environmental Research letters rivela che, quando Rudolph e amici riducono, brucando, altezza e quantità della tundra artica, l'albedo superficiale (ovvero la quantità di radiazione solare riflessa dalla Terra nello Spazio) aumenta. Con essa aumenta il calore che il nostro pianeta respinge, e l'effetto è abbastanza importante da emergere a livello regionale.


Gli scienziati dell'università di Umeå, in Svezia, hanno combinato simulazioni computerizzate sulla forma della superficie terrestre con dati sull'albedo e sulla copertura di vegetazione nell'area di Reisadalen a Troms, Norvegia, in un campo in cui erano disponibili quattro diversi tipi di vegetazione per altezza e distribuzione.


Hanno stimato l'attività delle renne campionandone il letame e osservando il calpestio della vegetazione, e si sono accorti che la presenza degli animali cambia la quantità di vegetazione a cespuglio presente nella tundra.



Questi interventi sul fogliame e sull'altezza delle piante comportano un significativo aumento dell'albedo proprio nella stagione di crescita dei vegetali, e una riduzione della radiazione solare netta (il rapporto tra la radiazione incidente e la componente riflessa o riemessa in atmosfera). Insomma le aree più intensamente brucate assorbono meno calore. Lo studio conferma l'importanza della tutela e corretta distribuzione degli erbivori nella lotta al riscaldamento globale.

mercoledì 30 novembre 2016

Pronto intervento spalaneve!






Negli ultimi anni, anche nelle zone di Arezzo e provincia, assistiamo sempre più a un cambiamento climatico che, in particolare nella stagione invernale, ci regala nevicate impreviste che possono creare disagi nei trasporti e anche nelle abitazioni private dei nostri clienti. Falcinelli Group interviene tempestivamente per rimuovere la neve in eccesso, utilizzando appositi mezzi e con la tecnica dello spargimento sale.


Grazie ai nostri macchinari sgombriamo in modo veloce e professionale: piazzali, aree pubbliche, ingressi, parcheggi e tutte le zone ghiacciate o coperte da neve abbondante.

sabato 15 ottobre 2016

Il giardino ad Ottobre

















Durante il mese di Ottobre i lavori da fare in giardino sono molti, votati a fare in modo che questo si mantenga al meglio e le piante possano crescere rigogliose.
Per avere dei buoni risultati, è bene conoscere quali sono i lavori del mese in giardino!
Se desideriamo porre a dimora nuove essenze, in molti casi, in relazione al tipo di pianta scelta, questo è il mese più adatto; anche nel frutteto, in modo da ottenere una fioritura abbondante già a partire dalla prossima primavera.
E' bene eliminare i rami spezzati, preparare il terreno, coprire le piante che non resistono alle temperature invernali e concimare invece le varietà che producono fioriture invernali.

I lavori del mese prevedono anche quelli di semina e moltiplicazione di diverse varietà.
Le semine in piena terra: calendula, elicriso, fiordaliso, gypsofila, godezia, papavero, pisello odoroso, speronella. Possiamo provare a seminare anche le camelie, che proprio in questi giorni maturano i loro grossi frutti; teniamo i contenitori all'aperto, ma riparati dal vento. Prepariamo anche le aiole di bulbi a fioritura primaverile, se posti a dimora adesso ci daranno già una bellissima fioritura a partire dal prossimo anno.
Ottobre è anche mese di talee; prepariamo talee di rose, utilizzando il legno vecchio, di bougainville, camelia, lantana e ortensia; prepariamo parecchi contenitori, da riempire con un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali, quindi poniamoci le talee, interrandole di pochi cm, dopo averle immerse nell'ormone radicante; nelle regioni con inverni molto rigidi è opportuno conservare i contenitori con le talee in luogo riparato, in modo che il terreno non geli, nelle altre regioni possiamo anche lasciarli all'aperto, ma al riparo dal sole e dal vento.
Se lo desideriamo possiamo approfittare di queste settimane per dividere le piante perenni da fiore ottenendo nuovi esemplari, che potremo decidere di coltivare in contenitore, oppure di porre subito a dimora.

In Ottobre è bene valutare l'eventualità di riseminare il prato, per riempire eventuali lacune o per rinfoltirlo; il clima fresco e le piogge autunnali ci aiuteranno a far germinare al meglio le sementi. I prati già a dimora necessitano di una concimazione, con concime organico o con granulare a lenta cessione. Le prime foglie cominciano a cadere, possiamo raccoglierle e conservarle per le pacciamature protettive invernali.
Potiamo gli arbusti che hanno terminato la fioritura ed anche le piante da frutto, evitando potature troppo drastiche.

Alcune delle nostre piante da giardino temono il freddo, soprattutto se viviamo in luoghi con inverni molto rigidi; prepariamo dei ripari in modo che l'inverno non sia un pericolo per la loro sopravvivenza; alcune piante, come ad esempio quelle da terrazzo, non necessitano di grandi protezioni, basta che le avviciniamo ad un riparo, ad esempio ad una parete della casa, e che le copriamo con tnt, in modo che non vengano spazzate dai freddi venti invernali. 

Chi ha già avuto esperienza con serre fredde o temperate sa che si deve sempre fare attenzione ad alcuni problemi:
- insetti e malattie; il clima troppo secco o troppo umido delle serre favorisce spesso l'insorgere di malattie fungine o lo sviluppo di insetti, ricordiamoci di arieggiare spesso la serra, per aumentare il ricambio d'aria. Ricordiamoci anche di monitorare costantemente lo sviluppo dei parassiti, in un ambiente piccolo e chiuso lo sviluppo è repentino.
- temperature; l'insolazione quotidiana può causare temperature anomale in serra, anche nei mesi più freddi dell'anno; progettando un riparo per le nostre piante ricordiamoci di approntare almeno una finestra, in modo da poter arieggiare spesso, soprattutto durante le giornate di sole: talvolta anche in gennaio la temperatura all'interno di una piccola serra può raggiungere i 30°C, causando svariati danni alle piante in riposo vegetativo che siamo annaffiando con parsimonia.





lunedì 8 agosto 2016

Muschio in giardino: come fare?


Il muschio è uno dei problemi più comuni per il nostro prato; generalmente le cause della sua formazione sono riconducibili a vari fattori quali per esempio poca luminosità, indebolimento dell’erba, terreno poco arieggiato e un cattivo drenaggio del substrato.

Altro aspetto da non sottovalutare nella cura del vostro verde è l’irrigazione: quando il manto erboso viene irrigato, è bene assicurarsi che non vi siano ristagni d’acqua, causati soprattutto per la troppa compattezza del terreno. Il periodo in cui il muschio tende a proliferare maggiormente è la primavera e l’autunno: vi è maggiore umidità. Ma vediamo nel dettaglio come eliminare il muschio sul prato, seguendo alcune utili indicazioni.
Se ci sono alberi e arbusti che creano delle zone d’ombra, potare i rami più bassi per agevolare maggiore quantità maggiore di luce.
Evitare di sradicare il fastidioso tappeto verde con il rastrell: in questo modo si rischia di diffondere ulteriormente le spore per il giardino
Irrigare il prato periodicamente in maniera uniforme: se l’erba crescerà fitta e rigogliosa, ostacolerà da sé la formazione del muschio.
Ecco la procedura:

Spargere del solfato di ferro mischiato a sabbia oppure sciolto nell’acqua in modo da acidificare il terreno: attenzione a non sporcare la pavimentazione del giardino, i vestiti o altri oggetti con questo prodotto dato che macchia facilmente. Inoltre è bene spargerlo in una giornata soleggiata.
Una volta che il muschio sarà morto, sarà sufficiente eliminarlo dall’erba. Successivamente bisognerà fertilizzare il terreno e riseminare l’erba delle zone rimaste sguarnite.
Muschio sul prato, prevenzione

Praticare una costante manutenzione che consiste con il taglio dell’erba almeno una volta a settimana nella bella stagione: è sufficiente regolare l’erba a circa 5 cm, così da assicurare una buona illuminazione.
Assicurarsi che I residui d’erba siano stati eliminati dal prato per evitare che depositandosi possano formare uno strato che ostacola il filtraggio dell’acqua.
Spargere periodicamente un po’ di concime
A fine estate, ogni due tre anni circa, applicare della calce sotto forma di granulato di calcio arricchito di magnesio, per ostacolare l’acifidicazione del terreno.

martedì 2 agosto 2016

L'irrigazione non va in vacanza!




Oggi nel nostro blog, una problematica che in molti italiani (e non) staranno affrontando: come annaffiare le piante quando si parte per le vacanze? 

Esistono alcuni accorgimenti che si possono adottare e tutto dipende da quanto si mancherà da casa...


Innanzitutto è sempre raccomandato lasciare dei recipienti colmi d'acqua vicino ai vasi in modo che essa, evaporando, possa creare un ambiente umido.

Se deciderete di tenere le vostre piante in casa ricordatevi di non lasciarle al buio, mentre se invece si trovano all'esterno spostatele in una posizione meno soleggiata possibile e disponetele tutte insieme e vicine, in modo che formino così un microclima umido.

Se si pensa di mancare per più di una settimana è possibile dar loro l'acqua di cui hanno bisogno usando una grande bottiglia (o un contenitore) per ciascuna pianta, ponendola vicino ognuna al proprio vaso ad un'altezza superiore a quella del vaso stesso: in pratica riempite la bottiglia d'acqua e ponetevi delle strisce di stoffa (da 3 a 10) già bagnate con un capo immerso nella bottiglia e l'altro capo nella terra del vaso, interrate per bene per qualche centimetro, ed in questo modo l'acqua passerà dalla bottiglia alla terra con facilità.


Se le piante sono tante si può usare un metodo analogo, ma con forma diversa; ossia portare l'acqua dalla parte inferiore del vaso (come fosse acqua che arriva grazie ad un sottovaso). In pratica, con un piccolo telo steso su una superficie piatta con una parte immersa in una bacinella piena d'acqua posta ad un livello inferiore a quello di dove si trovano le piante. L'acqua quindi risalirà per capillarità nel terreno e così innaffierà le piante.


Un'altro metodo semplicissimo è quello di utilizzare una bottiglia da mezzo litro; basta praticate alcuni fori sul tappo di plastica e sulla base della bottiglia stessa per permettere all'acqua di fuoriuscire! Ora basterà riempire la bottiglia d'acqua chiusa con il tappo e quindi piantarla con il collo nel terreno ed Il liquido verrà ceduto lentamente.

Un'altro metodo davvero utile è l'uso del temporizzatore con impianto goccia a goccia, certamente efficientissimo, ma non proprio economico!

lunedì 25 luglio 2016

Il giardino a Luglio pt.2

Bentrovati di nuovo con la seconda parte dei consigli per la cura del vostro verde nel mese di Luglio!
In questo mese le piante richiederanno una maggiore quantità d'acqua. I momenti migliori per innaffiare sono la mattina presto e la sera tardi. In questo modo l'acqua non evaporerà immediatamente a causa del calore del sole. Non innaffiate mai direttamente le foglie, per evitare che le vostre piante si secchino o si ammalino. 
Attenzione all'esposizione al sole ed al calore delle vostre piante in vaso. Se i vostri vasi sono di plastica e di colore scuro, il terriccio potrebbe surriscaldarsi e portare le radici e la stessa pianta a soffrire e seccarsi. Se potete, nelle giornate più calde, spostate le piante in vaso più delicate nelle zone più ombreggiate del giardino o del balcone. Se il terriccio diventa talmente secco da rendere quasi impossibile innaffiarlo in superficie, immergete brevemente il fondo del vaso in un secchio d'acqua. Eliminate sempre i ristagni idrici dai sottovasi per evitare che le radici marciscano.
Controllate che il sistema di irrigazione del vostro orto o del vostro giardino si trovi in uno stato perfetto. Non dovranno esservi né ostruzioni né perdite d'acqua. Un consiglio utile per migliorare l'irrigazione delle piante nel vostro orto, soprattutto se sono ancora giovani e sono state trapiantate da poco, consiste nel creare dei piccoli solchi nel terreno, in direzione delle piante stesse, in modo che l'acqua possa raggiungerle più facilmente.
Dovrete proteggere le piante del vostro orto, soprattutto se appena nate o trapiantate da poco, sia dal calore eccessivo del sole che dalle grandinate e dai temporali improvvisi. E' possibile creare delle strutture con degli appositi sostegni metallici, che permettano di realizzare dei piccoli archi che dovranno sorreggere dei teli di protezione sottili ma resistenti, con trama a rete. Per creare ombra nel vostro orto, pianificate di posizionare in modo strategico sul lato più soleggiato un albero, una piccola siepe o uno steccato.
La pacciamatura permette di mantenere una maggiore umidità nel terreno durante l'estate, proteggendolo dai raggi e dal calore del sole. Il suo impiego permette inoltre di ridurre le irrigazioni e di evitare la presenza delle piante considerate infestanti nell'orto. L'applicazione della pacciamatura può essere effettuata anche per le piante in vaso. I materiali migliori per la pacciamatura sono paglia e pezzetti di corteccia.

lunedì 18 luglio 2016

2016: i sei mesi più caldi degli ultimi 150 anni




Per l’Italia i primi mesi del 2016 non sono stati da record dal punto di vista del clima: dopo un inverno non particolarmente rigido, la primavera e questo prima metà d'estate rientrano nella norma.

Come sempre si cerca di sottolineare, però, le condizioni climatiche del pianeta non devono essere valutate per quel che si registra in una piccola regione della Terra: fare questo significa avere una visione assai distorta della situazione.

Infatti, se si prendono i valori globali della temperatura terrestre si scopre, come mostra un report della Nasa, che i primi sei mesi del 2016 hanno invece superato numerosi record climatologici.

Ciascuno dei primi sei mesi dell’anno è stato il più caldo di sempre (mese su mese) da quando si registrano le temperature con una certa regolarità, ossia dal 1880.

L’intero periodo di sei mesi, ossia da gennaio a giugno 2016, risulta il più caldo di sempre, con una temperatura di 1,3 °C superiore alla media del diciannovesimo secolo.

Cinque dei primi sei mesi del 2016 hanno registrato la minore estensione dei ghiacci artici da quando sono monitorati dai satelliti, ossia dal 1979. L’unica eccezione è per il mese di marzo, "appena" secondo nella classifica mese su mese (significa che nel periodo considerato c'è stato un marzo peggiore per i ghiacci artici). 

I ghiacci del Polo Nord stanno ricoprendo una superficie che è il 40 per cento inferiore a quella degli Anni Settanta e dei primi Anni Ottanta.

Va detto che vi è un elemento di incertezza: questo inizio del 2016 è ancora sotto il forte influsso di El Niño, che ha avuto il suo massimo verso la fine del 2015 e che - data l'intensità dell'evento - certamente produce un aumento della temperatura terrestre. Comunque sia, «è vera l'influenza di El Niño sull'aumento delle temperature da ottobre in poi, ma è anche innegabile che questo effetto si è sovrapposto a un trend in crescita», ha commentato Gavin Schmidt, del Goddard Institute for Space Studies (Nasa).

lunedì 11 luglio 2016

Zika in Italia: i dettagli



Il virus Zika è ufficialmente arrivato nel nostro territorio. Nel corso degli ultimi giorni si sono infatti riscontrati due casi, entrambi localizzati in Emilia Romagna.
Tutto ha avuto inizio giovedì scorso, quando un uomo, appena rientrato dalle vacanze nelle zone tropicali del Sud America, ha iniziato ad accusare i sintomi distintivi del virus: dolori ossei e muscolari, febbre alta ed eritemi, il tutto accompagnato da un malessere generale.
Dopo la scoperta del caso sono state immediatamente attivate le procedure di disinfestazione nell’area circostante la casa dell’uomo, come da protocollo generale.
Allo stato attuale, dopo giorni di analisi, la situazione del paziente non desta preoccupazione, ma è fondamentale informarsi e documentarsi per prevenire l’espansione di questo virus, che ricordiamo essere estremamente pericoloso per le donne incinte (Zika pùò infatti comportare la nascita di bambini affetti da microcefalia).

Il virus Zika, originario dei paesi del Sud America come Brasile e Venezuela, viene trasmesso principalmente tramite le punture di zanzara tigre. Non sembra attualmente pericoloso per l’adulto, ma come già accennato può rivelarsi pericolosissimo per le donne incinte: la procedura standard post-infezione, come già visto nel caso dell’uomo dell’Emilia Romagna, prevede una disinfezione totale dei 100m perimetrali intorno al suo domicilio, e nei luoghi dove esso ha soggiornato.

Oltre a cercare di evitare viaggi nei paesi focolaio, è necessario ribadire che disinfezione e disinfestazione sono le parole chiave per prevenire ed eludere la contrazione del virus. 

Noi di Falcinelli Group, grazie all’utilizzo di prodotti specifici altamente efficaci, siamo in grado di applicare metodi di disinfezione sanitaria altamente efficaci. L’obiettivo è quello di annientare i microrganismi nocivi alla salute dell’uomo - come batteri, virus, funghi, protozoi e spore - prevenendo una possibile contaminazione di oggetti o ambienti domestici. Non esitate a contattarci per qualsiasi problematica, e continuate a seguire il nostro blog per scoprire tutti gli aggiornamenti sulla vicenda!

martedì 5 luglio 2016

Luglio: i consigli per il tuo giardino pt.1




Luglio, per i nostri giardini, è il mese della piena fioritura e della raccolta!
Si raccolgono le piante aromatiche e si trapiantano le talee di crisantemo, che hanno ormai attecchito. 
Si procede alla potatura di lavanda e salvia, ricordandosi poi di conservarne i fiori da utilizzare come profumo per la biancheria!
Sarà importantissimo accertarsi che le piante d’appartamento siano protette dal sole, tramite apposite coperture. 

Verso gli ultimi giorni del mese dobbiamo aumentare il regime delle annaffiature del prato; queste dovranno essere a pioggia, organizzate in sessioni da una buona mezzora al giorno per tutti i giorni, e quando lo tagliamo cerchiamo di mantenere le lame più alte in modo da non rasarlo troppo in basso. 
Le operazioni necessarie per il tappeto erboso riguardano soprattutto il corretto apporto idrico: in caso di temperature elevate, bisogna aumentare le annaffiature.


Il prato diventa difficile da gestire tra urlio e agosto: in questo periodo, è di fondamentale importanza scegliere con cura cosa e come coltivare. 
Evitiamo gli sprechi di acqua annaffiando nelle ore serali, notturne o del primo mattino, in modo che il terreno non sia caldo e le perdite per l’evaporazione siano minime. 
Nei giorni di vento è meglio rimandare l’intervento se non strettamente necessario, perchè le perdite saranno elevate e la distribuzione irregolare.

martedì 28 giugno 2016

Odore di sale, odore di mare!


Per alcuni sono già iniziate, per altri sono ancora un sogno lontano.
Le vacanze d'estate, come al solito, ci rimandano ad un immaginario vasto: il sole, i falò in spiaggia, gli amici e l'odore del mare.
Proprio di quest'ultimo argomento vogliamo parlare: cos'è che conferisce all'acqua di mare quel suo particolarissimo ed inconfondibile odore?

Non esiste un unico composto chimico in grado di spiegare, da solo, il perché dell'odore del mare: quel mix di salato, frizzante, con un retrogusto di alga e zolfo che ci rimandano sempre alle estati in spiaggia. Questo insieme di odori è il risultato dell'interazione di almeno tre principali molecole:

1. SOLFURO DIMETILE. Detto anche dimetil solfuro o DMS, è il motivo del caratteristico odore di salsedine, la cosiddetta "puzza di alghe" percepita in certi momenti lungo le coste. Un composto sulfureo che dona un odore pungente non solo al mare e alle alghe, ma anche alle paludi, ai tartufi, ad alcuni tipi di birra e al formaggio!

Questo composto è prodotto dai batteri che digeriscono il fitoplancton, che usa un precursore del DMS per difendersi dai raggi solari. Quando questo muore, libera in mare una sorta di "filtro solare", e i batteri che se ne nutrono producono il dimetil solfuro. Gli uccelli marini usano questa puzza per identificare le aree maggiormente ricche di pesce.

2. DICTIOPTERENI. Questi composti non sono altro che i feromoni di alcune specie di alghe, usate dalle parti femminili per attrarre le controparti maschili. Sono responsabili del caratteristico odore di "alga secca" percepibile su alcune spiagge e in alcune cucine che impiegano come ingrediente le alghe marine.

3. BROMOFENOLI. Il piacevole odore di mare tipico di bivalvi, molluschi e crostacei è dovuto soprattutto ai bromofenoli, composti chimici che in alte concentrazioni producono un aroma pungente di iodio. Gli animali di mare di cui ci nutriamo non producono questi composti da soli, ma grazie a vermi marini, alghe e altri organismi che vivono sui fondali.

Le creature acquatiche selvatiche hanno maggiori concentrazioni di bromofenoli di quelle allevate in cattività. I salmoni del Pacifico, che passano parte della loro vita in acqua dolce e parte nell'oceano, presentano alte quantità di bromofenoli quando sono catturati in mare, e quasi nessuna se presi da torrenti.

venerdì 17 giugno 2016

Il Giardino a Giugno pt.2



Ultimiamo il nostro discorso sui lavori del mese per il giardino con la potatura delle piante.
In giugno buona parte dei lavori di potatura sono stati ultimati, ma alcune piante richiedono particolari accorgimenti. Se compaiono dei rami verdi tra le piante ornamentali variopinte devi intervenire e tagliarli, per evitare che la parte verde prevalga su quella colorata, quanto meno se gradisci di più la variante variopinta di quella verde (come può succeder, ad esempio, con l’edera variopinta, il ligustro variopinto e l’evonimo).
Accorcia i rampicanti che si sono sviluppati troppo (come il glicine) e spunta le siepi che hanno avuto una crescita vigorosa (come la photinia).
rosai da giardino sono spesso innestati sul fusto inferiore: il punto in cui i rami vengono innestati è detto “punto d’innesto”. Una piccola lesione nel punto d’innesto può stimolare la germogliazione sul fusto inferiore, questi getti selvatici crescono molto velocemente e tendono a prevaricare sugli altri, facendo scomparire la pianta originale, ecco perché devi rimuoverli tempestivamente.
Rimuovi anche i fiori appassiti del Rododendro. Tale operazione va effettuata con la massima cautela, in quanto i fiori dormienti, sotto quelli sfioriti, possono facilmente essere danneggiati. Prendi il fiore appassito tra pollice e indice e staccalo dalla pianta, così facendo impedirai alla pianta di produrre i semi e l'anno prossimo fiorirà ancora più abbondantemente.
È il momento di dare anche una spuntatina alle clematidi a fioritura precoce, come ad esempio laClematis Montana. Anche se è meglio evitare di potare le clematidi in primavera, altrimenti si rischia di comprometterne la fioritura, in questo periodo è possibile rimuovere dei ramoscelli sottili o dei rami morti.

venerdì 10 giugno 2016

Vacanze Green!


La coscienza ecologica sta diventando sempre più diffusa all’interno della nostra società e questo sta sviluppando delle tendenze di stile di vita molto più green rispetto al passato, che va dall’attenzione nel riciclare, all’uso meno frequente della macchina, alla selezione oculata dei cibi che consumiamo etc…. Anche le vacanze ed i viaggi si sommano a questa tendenza eco-firendly con una maggiore cura degli aspetti meno ludici della vacanza, ed una tendenza alla ricerca del turismo ad impatto zero.
Anche per quel che riguarda i viaggi in auto, che dopotutto è la opzione preferita dalla maggior parte dei vacanzieri, è possibile seguire dei criteri “green” che ci permettano di essere più rispettosi con l’ambiente. E non stiamo parlando di comprarsi un modello di auto ibrida o totalmente elettrica.
Quando si pianifica la vacanza eco-friendly in macchina si può comunque rispettare il medio ambiente, vediamo come:

Pensa alla tua vacanza eco-friendly come un modo divertente e positivo di contribuire al benessere del pianeta-

Organizzati per un pic-nic ed evita tutti i tipi di prodotti e confezioni monouso: usa bicchieri, piatti e contenitori riciclabili, evita anche eventuali tovaglioli di carta e sacchetti di plastica.

Organizza il tuo bagagliaio correttamente: evita di sovraccaricare la macchina e distribuisci il carico omogeneamente visto che ogni sovrappeso o mal-distrubuzione contribuisce ad un incremente delle del consumo di benzina ergo di emissioni di CO2. Metti in valigia solo con ciò che è indispensabile.

Riempi più volte le bottiglie d’acqua per evitare comprare molte bottigliette piccole e ridurre il tuo impatto.

Per quanto riguarda lo shopping, sfrutta le fiere ed i mercatini che offrono prodotti biologici ed a chilometro zero. Inoltre ricorda di usare borse della spesa riutilizzabili ed evitare quelle di plastica del supermercato.

Scegli il tuo hotel oculatamente, prendendo in considerazione quelli che promuovono iniziative “verdi” e che promuovono una politica attiva di rispetto dell’ambiente.

Una volta in hotel evita il cambio quotidiano degli asciugamani: la maggior parte degli alberghi indica infatti come fare per evitare il cambio sistematico di questi. La maggior parte delle volte basta non gettare per terra gli asciugamani.

venerdì 3 giugno 2016

Il Giardino a Giugno pt.1




Colori vivaci e decisi, natura ricca e florida: questi i tratti che rappresentano il biglietto da visita con il quale si presenta Giugno. Tutto intorno è una festa di colori e profumi che risollevano lo spirito.
Chi aveva già messo a dimora, nei mesi scorsi, le annuali, ora può ammirarne le magnifiche fioriture. Ma non è ancora il momento di mettere in pausa i lavori da fare in giardino. Si può ancora piantare qualcosa e si deve soprattutto curare, concimare, dare acqua e potare (se necessario): di seguito la prima parte della nostra guida di giardinaggio per il mese di giugno.
Piantagione
Per i ritardatari, i primi giorni di giugno rappresentano l’ultima possibilità per piantare le annuali, per poterle veder fiorire questa estate. È il momento ideale per seminare direttamente in terra piena Impatiens, papaveri, violette, Tagetes Erecta, le Lobelie e le margherite, ma anche le piante da seme più alte, quali Girasole, Malva, Cosmea ed Elicriso.
Semina ora le piante biennali, come i Non-ti-scordar-di-me, le Bocche di Leone, i Garofani dei Poeti e (ancora una volta) le Campanule. Sebbene generalmente vendute come annuali, queste piante spesso si autopropagano, per ricomparire nel tuo giardino la prossima estate! Puoi mettere a dimora affianco alle tue piante perenni e annuali dei bulbi o tuberi da fiore, come le classiche dalie, begonie e gladioli oppure puoi farti stupire da piante meno usuali quali la particolarissima Hymenocallis Ismene bianca, lo Sparaxis tricolor, le calle, i ranuncoli, Ixie e Ornithogalum (Latte di gallina), a lunga fioritura.
Se vuoi mettere a dimora delle piante cresciute in vaso, prima di metterle in terra, immergi l’apparato radicale in un secchio d'acqua, e quando le pianti fai attenzione che il terreno non sia troppo bagnato.
Cura 
In questo periodo siepiarbusti e alberi hanno bisogno di molta acqua, innaffiali tanto per tutto il mese di giugno, per poi rallentare leggermente nel corso del mese di luglio ( anche se molto caldo in luglio le piante entrano in una fase di stasi e assorbono meno acqua). Lavora sempre bene il terreno alla base di arbusti e siepi per favorire che acqua e aria circolino e somministra ad intervalli regolari un fertilizzante liquido. Inoltre ti consigliamo di distribuire uno strato di materiale pacciamante per proteggere le radici dalle temperature in aumento. È importante controllare le foglie delle ortensie, che ora sono in piena fioritura, se si presentano sbiadite allora è sintomo di clorosi (dovuta alla mancanza di ferro o di magnesio), in questo caso è opportuno fornire alle ortensie del ferro a pronto assorbimento radicale.
fiori e le rose appassite devono essere eliminati regolarmente, controlla ripetutamente foglie, boccioli e germogli, in modo da poter individuare per tempo eventuali afidi, e in caso di presenza combattili con un prodotto biologico a base di piretro.
Innaffia con generosità i Gigli per avere una fioritura abbondante e fai attenzione alla criocera (specie di coleottero dalla livrea rossa e nera) che mangia foglie e boccioli. I gigli con steli molto alti hanno bisogno di essere sostenuti da alcuni tutori, soprattutto se coltivati in zone ventose.

martedì 24 maggio 2016

Allarme febbre gialla: la zanzara portatrice del virus è presente in Italia



Allarme febbre gialla: sta colpendo l’Angola, compresa la capitale Luanda, con la peggiore epidemia mai verificatasi dal 1986 in Africa. Il Prof. Massimo Andreoni, primario di malattie infettive presso il ptv di Tor Vergata, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Rispetto a Zika, la febbre gialla è una malattia molto più grave –ha spiegato Andreoni -, ha una mortalità alta, che arriva al 10-20% e colpisce persone sane. Per l’Italia è un problema legato al fatto che la zanzara vettore del virus è presente anche qui. Se arrivano persone malate in Italia e la zanzara dovesse pungerle, potenzialmente si potrebbe aprire un focolaio di febbre gialla anche in Italia. Esistono diverse decine di migliaia di casi nel mondo”.
Ci sono diverse malattie che la zanzara tigre presente in Italia può trasportare a noi come Chikungunya, Zika e Dengue –ha affermato Andreoni-. Dobbiamo tener presente che quando noi diciamo che alcuni tipi di zanzare in Italia non ci sono, nel mondo è già accaduto che alcune zanzare che non si pensava fossero vettori, invece hanno dimostrato di esserlo. Più che preoccuparci di dire ‘oddio, questa malattia può essere o non può essere trasportata’, dobbiamo intensificare la lotta alle zanzare, cercando di mettere in atto tutte quelle precauzioni per rendere dura la vita alle zanzare che sono intorno a noi”.

martedì 10 maggio 2016

Giardini verticali: i consigli per realizzarne uno tutto tuo!

Coltivare un piccolo orto, o uno splendido giardino fiorito, non è operazione sempre semplice, soprattutto per chi vive in città. Non tutti possono infatti disporre di un appezzamento di terreno da gestire secondo i propri desideri, inoltre spesso terrazze e balconi offrono giusto lo spazio per ospitare qualche vaso di piccole dimensioni. Perché allora non recuperare in altezza con un rigoglioso giardino verticale, dove far crescere gustosi ortaggi, erbe aromatiche e profumati fiori?
Il giardino verticale è un’idea che trova sempre più spazio, in particolare nei centri urbani. Si tratta di opere alla portata di tutti; ecco qualche consiglio per realizzare il proprio giardino verticale sul terrazzo di casa, o su un davanzale, il tutto a costo ridotto grazie al riciclo creativo.
Realizzare un giardino verticale è tanto facile quanto recuperare un vecchio pallet. Queste strutture in legno, solitamente utilizzate per il trasporto e lo stoccaggio di prodotti di grandi dimensioni, sono largamente disponibili e si prestano ai più svariati riutilizzi. Recuperarli è molto sempre: in molti ne avranno di certo un esemplare in garage o in cantina, dimenticato a seguito della consegna di un grande elettrodomestico o di un corposo mobile, inoltre spesso sono regalati da centri commerciali o da piccole aziende per chi ne facesse richiesta.
Oltre al pallet, questo progetto richiede l’uso di strumenti largamente disponibili nei negozi dedicati al bricolage: sarà sufficiente procurarsi dei chiodi per il legno di circa 3-5 centimetri ciascuno, un martello, della colla vinilica, della vernice trasparente fissativa per il legno e, se necessario, anche un telo in tessuto per giardino, di circa 2 metri di larghezza e altrettanti in altezza. L’obiettivo è quello di posizionare in verticale il pallet, per trasformare la sua struttura tipica a listelli in tante terrazzine, dove coltivare le proprie varietà preferite.
Come facile notare, la superficie superiore del pallet è solcata da assi orizzontali, separati fra di loro da pochi centimetri. Con l’aiuto del martello, utilizzato dall’estremità per l’estrazione dei chiodi, si rimuovano alcuni di questi assi affinché risultino alternati, creando quindi uno spazio più generoso per la crescita delle proprie piantine. Gli elementi tolti, però, non andranno buttati: questi costituiranno la base delle terrazzine di coltivazione, dove verrà inserito il terriccio. Andranno quindi nuovamente inchiodati agli assi rimasti nella posizione originale, con un angolo di 90 gradi, ottenendo quindi una tipica forma a “L”. Realizzate le varie sezioni, si dipinge quindi il tutto con la vernice trasparente fissativa per legno, affinché il proprio giardino verticale resista alle intemperie e duri nel tempo. Quando la vernice sarà asciutta, e sempre con l’aiuto dei chiodi, sul retro si potrà fissare il telo in tessuto da giardinaggio, per evitare la terra cada: i chiodi andranno messi per tutta la cornice, quindi sul profilo delle base dei terrazzini creati. Per gli angoli più nascosti, difficili da raggiungere con il martello, si potrà fissare il tutto con della colla vinilica o, in alternativa, con del silicone.
Non resta quindi che posizionare in verticale il proprio pallet, fissandolo alla parete se necessario, e riempire ogni terrazzina realizzata con del terriccio adatto alla coltivazione delle piante scelte.
Le bottiglie in plastica rappresentano probabilmente i rifiuti maggiormente prodotti, e anche ingombranti, all’interno della casa. E sebbene il loro smaltimento divenga sempre più efficiente, ricorrere al riciclo è di certo un’idea ecosostenibile e molto pratica. E proprio dalle bottiglie si potrà realizzare uno splendido giardino verticale, anche sospeso: basterà adagiare gli elementi in orizzontale, quindi realizzare un’apertura laterale dove inserire il terriccio.
L’occorrente per questo progetto è alla portata di tutti: sarà sufficiente dotarsi di una decina di bottiglie di plastica da 1.5 o 2 litri di capienza, di un pennarello indelebile, fogli di carta A4 o cartoncino, forbici e cutter, nastro carta, spago e qualche filo di rafia.
Si prenda un foglio di carta A4, oppure un cartoncino, e si disegni un rettangolo dagli angoli arrotondati, lungo circa cinque centimetri in meno rispetto alla bottiglia e largo una decina. Il rettangolo realizzato servirà da guida per creare l’apertura laterale sulla plastica: si fissi la forma ottenuta lungo la bottiglia con il nastro carta e, procedendo in sicurezza, si proceda al taglio con il cutter oppure con le forbici. Dalla parte opposta dell’apertura, invece, andranno realizzati un paio di fori, per garantire il deflusso dell’acqua. Dopo essersi assicurati di aver avvitato in modo saldo il tappo alla bottiglia, si inserisca il terriccio prescelto e si proceda alla semina. Basterà quindi adagiare i vasetti riciclati realizzati su davanzali e ripiani o, in alternativa, appenderli in modo creativo con dello spago o del filo di rafia colorato, legato attorno al collo e al fondo di ogni singolo esemplare.

martedì 3 maggio 2016

Global warming: e se la temperatura aumentasse di mezzo grado?




Quando a Parigi, durante la conferenza del clima di fine 2015, si sono ritrovati attorno allo stesso tavolo gli uomini più potenti della Terra e gli studiosi dei cambiamenti climatici, in molti erano d'accordo su quanto sia importante contenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 °C rispetto al periodo preindustriale (oggi siamo a circa +1 °C).

In quell'occasione, tuttavia, alcuni ricercatori sostennero che l'obiettivo dovrebbe forse essere più basso, determinato a 1,5 °C: una differenza di mezzo grado può sembrare poca cosa, ma una recente ricerca ha dimostrato che, su scala globale, un piccolo scarto può avere un impatto importante su alcune aree del pianeta.

«Abbiamo trovato grandissime differenze>> spiega Carl Friederich Schleussner del Cilmate Analytics <<sulle eventualità provocate da questo piccolo scarto per tutti i luoghi del pianeta che abbiamo analizzato, i quali vanno dagli eventi estremi alla reperibilità dell'acqua, dai raccolti al degrado delle barriere coralline».


A livello globale, con 1,5 °C il livello del mare aumenterà di "soli" 40 centimetri prima di fine secolo; un ulteriore mezzo grado porterebbe la crescita a 50 centimetri, con risultati drammatici per molte città costiere e catastrofici per le isole coralline abitate dall'uomo.

venerdì 22 aprile 2016

Giornata Mondiale della Terra




Nella Giornata mondiale della Terra si è tenuta una cerimonia al Palazzo di Vetro dell'Onu, a New York, per la firma dello storico accordo sul clima raggiunto lo scorso dicembre a Parigi, per fermare il riscaldamento del Pianeta. A siglare l'impegno davanti al segretario generale Ban Ki Moon, un numero record di oltre 171 Paesi. Il primo è stato il presidente francese Francois Hollande; per l'Italia ha firmato il premier Matteo Renzi . Il segretario di Stato americano John Kerry ha firmato con la nipotina in braccio. "Un messaggio di speranza per le future generazioni" come hanno detto molti leader tra cui Renzi. Alla cerimonia è intervenuto anche il messaggero delle Nazioni Unite per il clima, Leonardo di Caprio

"E' una corsa contro il tempo, la finestra per mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto i 2 gradi, e ancora di più contenerlo entro 1,5 gradi, si sta rapidamente chiudendo": cosi' il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aprendo la cerimonia. "Sono 171 i Paesi che sono qui per firmare: stiamo raggiungendo un record in questa sala, ma anche fuori - ha continuato Ban -, sulle temperature globali, sullo scioglimento dei ghiacci e sul livello di carbonio nell'atmosfera". "Per questo - ha concluso - chiedo a tutti i Paesi di firmare velocemente l'accordo di Parigi, in modo che possa entrare in vigore il più presto possibile".

L'evento è stato voluto da Ban Ki moon proprio oggi in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra e la cerimonia è senza precedenti per il numero di capi di Stato o di governo - una presenza record dal 1982, quando 119 Stati siglarono la Convenzione sul mare - Per l'Italia con Renzi c'è anche il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, che dice: "Oggi firmiamo un accordo fondamentale per il futuro del Pianeta e da domani dovremo passare ai fatti. Ogni Paese si impegna con azioni all'interno del suo territorio, tenendo presente che gli Stati più poveri sono quelli che soffrono di più gli effetti dei cambiamenti climatici e per questo ci vuole una grande cooperazione. E' questa la forza dell'accordo: la consapevolezza che la sfida ai cambiamenti climatici o si vince tutti insieme o non si può vincere". "L'obiettivo - aggiunge Galletti - è quello di investire ancora di più sulle rinnovabili e il nostro Paese ha già fatto moltissimo in questo senso. Noi - ricorda - abbiamo il 17% di produzione di energie rinnovabili sul totale della produzione. Dobbiamo continuare su questa strada".


Tutti i leader hanno messo la propria firma come impegno ufficiale al raggiungimento dell'obiettivo di restare "ben al di sotto dei 2 gradi" di aumento della temperatura rispetto ai livelli pre-industriali, e se possibile contenerlo entro 1,5 gradi. Così, dicono gli scienziati, si potranno evitare conseguenze catastrofiche. Per frenare il global warming, la strada è ridurre fino ad azzerare entro la seconda metà del secolo le emissioni di gas a effetto serra mettendo un freno ai combustibili fossili e dando slancio alle rinnovabili.

lunedì 11 aprile 2016

Giornata Mondiale dell'Acqua: ecco quanta ne sprechiamo


C'è l'acqua che beviamo o facciamo scorrere dal rubinetto. E poi c'è quella - "virtuale" - che è servita a produrre il cibo che mangiamo, o gli abiti che indossiamo. È soprattutto quest'ultimo, invisibile spreco a pesare sull'impronta idrica italiana: il nostro è il secondo Paese al mondo per volume di acqua dolce utilizzata in tutte le fasi di produzione dei beni di consumo, con il triste primato europeo di 2.232 metri cubi di acqua dolce l'anno pro capite.

Prima di noi, soltanto gli Stati Uniti, con 2.483 metri cubi di acqua annua a persona. Sono le cifre impressionanti contenute in Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro, del Barilla Center for Food & Nutrition (Fondazione BCFN), diffuse in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2016. 

A pesare su questo bilancio è soprattutto una dieta sempre più lontana da quella mediterranea. Ai circa 2 litri di acqua al giorno che beviamo dobbiamo sommare i litri impiegati per far arrivare cibo sulle nostre tavole, che vanno dai 1500-2600 litri al giorno per i vegetariani, fino ai 4000-5400 per chi mangia molta carne. Un hamburger di 150 grammi "consuma" circa 2500 litri d'acqua (spesa, per esempio, per ricavare il foraggio da dare in pasto agli animali); un chilo di pasta, 1710 litri; un pomodoro, solo 13 litri.

Il consumo d'acqua virtuale contribusce per l'89% all'impronta idrica giornaliera del nostro Paese. Scegliere alimenti a basso impatto idrico è uno dei comportamenti che possiamo adottare per limitare gli sprechi. Sulla Terra circolano 1,4 miliardi di km cubi d'acqua, ma solo lo 0,001% di questi è disponibile per il consumo umano, e le risorse d'acqua sono destinate a diminuire del 20-40% entro fine secolo.

mercoledì 16 marzo 2016

Il più bell'albero del 2015



"Eleggi l'albero dell'anno" è un interessante concorso fotografico su scala nazionale che si svolge ormai da due anni, che, proprio in questo periodo, determina quale tra le tantissime fotografie e varietà di alberi merita il titolo di più bello dell'anno trascorso.

L'obiettivo? Sensibilizzare gli italiani su tematiche legate all'ecologia e alla cura del verde, ponendo un accento sulla valorizzazione di alcuni grandi tesori della natura che ci circondano.

L'edizione appena conclusa ha visto alcuni "partecipanti" davvero importanti: come la "grande sequoia" del Vajont che, unica e sola, resistette ad una grandissima frana, o l'antichissimo cedro di Treviso.

Come dicevamo, proprio in questi giorni è stato eletto il vincitore del concorso:  il noce trentino di Cles, un albero non nobile, forse, ma "saggio", monumentale e molto resistente.

Il concorso si è svolto sulle pagine del social network Facebook, dove l'albero più bello dell'anno è stato votato a suon di "mi piace".

martedì 8 marzo 2016

Festa delle donne



Lo staff del blog di Falcinelli Group augura a tutte le donne che ci seguono un buon 8 Marzo ed una felicissima festa della donna!