lunedì 11 aprile 2016

Giornata Mondiale dell'Acqua: ecco quanta ne sprechiamo


C'è l'acqua che beviamo o facciamo scorrere dal rubinetto. E poi c'è quella - "virtuale" - che è servita a produrre il cibo che mangiamo, o gli abiti che indossiamo. È soprattutto quest'ultimo, invisibile spreco a pesare sull'impronta idrica italiana: il nostro è il secondo Paese al mondo per volume di acqua dolce utilizzata in tutte le fasi di produzione dei beni di consumo, con il triste primato europeo di 2.232 metri cubi di acqua dolce l'anno pro capite.

Prima di noi, soltanto gli Stati Uniti, con 2.483 metri cubi di acqua annua a persona. Sono le cifre impressionanti contenute in Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro, del Barilla Center for Food & Nutrition (Fondazione BCFN), diffuse in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2016. 

A pesare su questo bilancio è soprattutto una dieta sempre più lontana da quella mediterranea. Ai circa 2 litri di acqua al giorno che beviamo dobbiamo sommare i litri impiegati per far arrivare cibo sulle nostre tavole, che vanno dai 1500-2600 litri al giorno per i vegetariani, fino ai 4000-5400 per chi mangia molta carne. Un hamburger di 150 grammi "consuma" circa 2500 litri d'acqua (spesa, per esempio, per ricavare il foraggio da dare in pasto agli animali); un chilo di pasta, 1710 litri; un pomodoro, solo 13 litri.

Il consumo d'acqua virtuale contribusce per l'89% all'impronta idrica giornaliera del nostro Paese. Scegliere alimenti a basso impatto idrico è uno dei comportamenti che possiamo adottare per limitare gli sprechi. Sulla Terra circolano 1,4 miliardi di km cubi d'acqua, ma solo lo 0,001% di questi è disponibile per il consumo umano, e le risorse d'acqua sono destinate a diminuire del 20-40% entro fine secolo.

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