martedì 28 giugno 2016

Odore di sale, odore di mare!


Per alcuni sono già iniziate, per altri sono ancora un sogno lontano.
Le vacanze d'estate, come al solito, ci rimandano ad un immaginario vasto: il sole, i falò in spiaggia, gli amici e l'odore del mare.
Proprio di quest'ultimo argomento vogliamo parlare: cos'è che conferisce all'acqua di mare quel suo particolarissimo ed inconfondibile odore?

Non esiste un unico composto chimico in grado di spiegare, da solo, il perché dell'odore del mare: quel mix di salato, frizzante, con un retrogusto di alga e zolfo che ci rimandano sempre alle estati in spiaggia. Questo insieme di odori è il risultato dell'interazione di almeno tre principali molecole:

1. SOLFURO DIMETILE. Detto anche dimetil solfuro o DMS, è il motivo del caratteristico odore di salsedine, la cosiddetta "puzza di alghe" percepita in certi momenti lungo le coste. Un composto sulfureo che dona un odore pungente non solo al mare e alle alghe, ma anche alle paludi, ai tartufi, ad alcuni tipi di birra e al formaggio!

Questo composto è prodotto dai batteri che digeriscono il fitoplancton, che usa un precursore del DMS per difendersi dai raggi solari. Quando questo muore, libera in mare una sorta di "filtro solare", e i batteri che se ne nutrono producono il dimetil solfuro. Gli uccelli marini usano questa puzza per identificare le aree maggiormente ricche di pesce.

2. DICTIOPTERENI. Questi composti non sono altro che i feromoni di alcune specie di alghe, usate dalle parti femminili per attrarre le controparti maschili. Sono responsabili del caratteristico odore di "alga secca" percepibile su alcune spiagge e in alcune cucine che impiegano come ingrediente le alghe marine.

3. BROMOFENOLI. Il piacevole odore di mare tipico di bivalvi, molluschi e crostacei è dovuto soprattutto ai bromofenoli, composti chimici che in alte concentrazioni producono un aroma pungente di iodio. Gli animali di mare di cui ci nutriamo non producono questi composti da soli, ma grazie a vermi marini, alghe e altri organismi che vivono sui fondali.

Le creature acquatiche selvatiche hanno maggiori concentrazioni di bromofenoli di quelle allevate in cattività. I salmoni del Pacifico, che passano parte della loro vita in acqua dolce e parte nell'oceano, presentano alte quantità di bromofenoli quando sono catturati in mare, e quasi nessuna se presi da torrenti.

venerdì 17 giugno 2016

Il Giardino a Giugno pt.2



Ultimiamo il nostro discorso sui lavori del mese per il giardino con la potatura delle piante.
In giugno buona parte dei lavori di potatura sono stati ultimati, ma alcune piante richiedono particolari accorgimenti. Se compaiono dei rami verdi tra le piante ornamentali variopinte devi intervenire e tagliarli, per evitare che la parte verde prevalga su quella colorata, quanto meno se gradisci di più la variante variopinta di quella verde (come può succeder, ad esempio, con l’edera variopinta, il ligustro variopinto e l’evonimo).
Accorcia i rampicanti che si sono sviluppati troppo (come il glicine) e spunta le siepi che hanno avuto una crescita vigorosa (come la photinia).
rosai da giardino sono spesso innestati sul fusto inferiore: il punto in cui i rami vengono innestati è detto “punto d’innesto”. Una piccola lesione nel punto d’innesto può stimolare la germogliazione sul fusto inferiore, questi getti selvatici crescono molto velocemente e tendono a prevaricare sugli altri, facendo scomparire la pianta originale, ecco perché devi rimuoverli tempestivamente.
Rimuovi anche i fiori appassiti del Rododendro. Tale operazione va effettuata con la massima cautela, in quanto i fiori dormienti, sotto quelli sfioriti, possono facilmente essere danneggiati. Prendi il fiore appassito tra pollice e indice e staccalo dalla pianta, così facendo impedirai alla pianta di produrre i semi e l'anno prossimo fiorirà ancora più abbondantemente.
È il momento di dare anche una spuntatina alle clematidi a fioritura precoce, come ad esempio laClematis Montana. Anche se è meglio evitare di potare le clematidi in primavera, altrimenti si rischia di comprometterne la fioritura, in questo periodo è possibile rimuovere dei ramoscelli sottili o dei rami morti.

venerdì 10 giugno 2016

Vacanze Green!


La coscienza ecologica sta diventando sempre più diffusa all’interno della nostra società e questo sta sviluppando delle tendenze di stile di vita molto più green rispetto al passato, che va dall’attenzione nel riciclare, all’uso meno frequente della macchina, alla selezione oculata dei cibi che consumiamo etc…. Anche le vacanze ed i viaggi si sommano a questa tendenza eco-firendly con una maggiore cura degli aspetti meno ludici della vacanza, ed una tendenza alla ricerca del turismo ad impatto zero.
Anche per quel che riguarda i viaggi in auto, che dopotutto è la opzione preferita dalla maggior parte dei vacanzieri, è possibile seguire dei criteri “green” che ci permettano di essere più rispettosi con l’ambiente. E non stiamo parlando di comprarsi un modello di auto ibrida o totalmente elettrica.
Quando si pianifica la vacanza eco-friendly in macchina si può comunque rispettare il medio ambiente, vediamo come:

Pensa alla tua vacanza eco-friendly come un modo divertente e positivo di contribuire al benessere del pianeta-

Organizzati per un pic-nic ed evita tutti i tipi di prodotti e confezioni monouso: usa bicchieri, piatti e contenitori riciclabili, evita anche eventuali tovaglioli di carta e sacchetti di plastica.

Organizza il tuo bagagliaio correttamente: evita di sovraccaricare la macchina e distribuisci il carico omogeneamente visto che ogni sovrappeso o mal-distrubuzione contribuisce ad un incremente delle del consumo di benzina ergo di emissioni di CO2. Metti in valigia solo con ciò che è indispensabile.

Riempi più volte le bottiglie d’acqua per evitare comprare molte bottigliette piccole e ridurre il tuo impatto.

Per quanto riguarda lo shopping, sfrutta le fiere ed i mercatini che offrono prodotti biologici ed a chilometro zero. Inoltre ricorda di usare borse della spesa riutilizzabili ed evitare quelle di plastica del supermercato.

Scegli il tuo hotel oculatamente, prendendo in considerazione quelli che promuovono iniziative “verdi” e che promuovono una politica attiva di rispetto dell’ambiente.

Una volta in hotel evita il cambio quotidiano degli asciugamani: la maggior parte degli alberghi indica infatti come fare per evitare il cambio sistematico di questi. La maggior parte delle volte basta non gettare per terra gli asciugamani.

venerdì 3 giugno 2016

Il Giardino a Giugno pt.1




Colori vivaci e decisi, natura ricca e florida: questi i tratti che rappresentano il biglietto da visita con il quale si presenta Giugno. Tutto intorno è una festa di colori e profumi che risollevano lo spirito.
Chi aveva già messo a dimora, nei mesi scorsi, le annuali, ora può ammirarne le magnifiche fioriture. Ma non è ancora il momento di mettere in pausa i lavori da fare in giardino. Si può ancora piantare qualcosa e si deve soprattutto curare, concimare, dare acqua e potare (se necessario): di seguito la prima parte della nostra guida di giardinaggio per il mese di giugno.
Piantagione
Per i ritardatari, i primi giorni di giugno rappresentano l’ultima possibilità per piantare le annuali, per poterle veder fiorire questa estate. È il momento ideale per seminare direttamente in terra piena Impatiens, papaveri, violette, Tagetes Erecta, le Lobelie e le margherite, ma anche le piante da seme più alte, quali Girasole, Malva, Cosmea ed Elicriso.
Semina ora le piante biennali, come i Non-ti-scordar-di-me, le Bocche di Leone, i Garofani dei Poeti e (ancora una volta) le Campanule. Sebbene generalmente vendute come annuali, queste piante spesso si autopropagano, per ricomparire nel tuo giardino la prossima estate! Puoi mettere a dimora affianco alle tue piante perenni e annuali dei bulbi o tuberi da fiore, come le classiche dalie, begonie e gladioli oppure puoi farti stupire da piante meno usuali quali la particolarissima Hymenocallis Ismene bianca, lo Sparaxis tricolor, le calle, i ranuncoli, Ixie e Ornithogalum (Latte di gallina), a lunga fioritura.
Se vuoi mettere a dimora delle piante cresciute in vaso, prima di metterle in terra, immergi l’apparato radicale in un secchio d'acqua, e quando le pianti fai attenzione che il terreno non sia troppo bagnato.
Cura 
In questo periodo siepiarbusti e alberi hanno bisogno di molta acqua, innaffiali tanto per tutto il mese di giugno, per poi rallentare leggermente nel corso del mese di luglio ( anche se molto caldo in luglio le piante entrano in una fase di stasi e assorbono meno acqua). Lavora sempre bene il terreno alla base di arbusti e siepi per favorire che acqua e aria circolino e somministra ad intervalli regolari un fertilizzante liquido. Inoltre ti consigliamo di distribuire uno strato di materiale pacciamante per proteggere le radici dalle temperature in aumento. È importante controllare le foglie delle ortensie, che ora sono in piena fioritura, se si presentano sbiadite allora è sintomo di clorosi (dovuta alla mancanza di ferro o di magnesio), in questo caso è opportuno fornire alle ortensie del ferro a pronto assorbimento radicale.
fiori e le rose appassite devono essere eliminati regolarmente, controlla ripetutamente foglie, boccioli e germogli, in modo da poter individuare per tempo eventuali afidi, e in caso di presenza combattili con un prodotto biologico a base di piretro.
Innaffia con generosità i Gigli per avere una fioritura abbondante e fai attenzione alla criocera (specie di coleottero dalla livrea rossa e nera) che mangia foglie e boccioli. I gigli con steli molto alti hanno bisogno di essere sostenuti da alcuni tutori, soprattutto se coltivati in zone ventose.

martedì 24 maggio 2016

Allarme febbre gialla: la zanzara portatrice del virus è presente in Italia



Allarme febbre gialla: sta colpendo l’Angola, compresa la capitale Luanda, con la peggiore epidemia mai verificatasi dal 1986 in Africa. Il Prof. Massimo Andreoni, primario di malattie infettive presso il ptv di Tor Vergata, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Rispetto a Zika, la febbre gialla è una malattia molto più grave –ha spiegato Andreoni -, ha una mortalità alta, che arriva al 10-20% e colpisce persone sane. Per l’Italia è un problema legato al fatto che la zanzara vettore del virus è presente anche qui. Se arrivano persone malate in Italia e la zanzara dovesse pungerle, potenzialmente si potrebbe aprire un focolaio di febbre gialla anche in Italia. Esistono diverse decine di migliaia di casi nel mondo”.
Ci sono diverse malattie che la zanzara tigre presente in Italia può trasportare a noi come Chikungunya, Zika e Dengue –ha affermato Andreoni-. Dobbiamo tener presente che quando noi diciamo che alcuni tipi di zanzare in Italia non ci sono, nel mondo è già accaduto che alcune zanzare che non si pensava fossero vettori, invece hanno dimostrato di esserlo. Più che preoccuparci di dire ‘oddio, questa malattia può essere o non può essere trasportata’, dobbiamo intensificare la lotta alle zanzare, cercando di mettere in atto tutte quelle precauzioni per rendere dura la vita alle zanzare che sono intorno a noi”.

martedì 10 maggio 2016

Giardini verticali: i consigli per realizzarne uno tutto tuo!

Coltivare un piccolo orto, o uno splendido giardino fiorito, non è operazione sempre semplice, soprattutto per chi vive in città. Non tutti possono infatti disporre di un appezzamento di terreno da gestire secondo i propri desideri, inoltre spesso terrazze e balconi offrono giusto lo spazio per ospitare qualche vaso di piccole dimensioni. Perché allora non recuperare in altezza con un rigoglioso giardino verticale, dove far crescere gustosi ortaggi, erbe aromatiche e profumati fiori?
Il giardino verticale è un’idea che trova sempre più spazio, in particolare nei centri urbani. Si tratta di opere alla portata di tutti; ecco qualche consiglio per realizzare il proprio giardino verticale sul terrazzo di casa, o su un davanzale, il tutto a costo ridotto grazie al riciclo creativo.
Realizzare un giardino verticale è tanto facile quanto recuperare un vecchio pallet. Queste strutture in legno, solitamente utilizzate per il trasporto e lo stoccaggio di prodotti di grandi dimensioni, sono largamente disponibili e si prestano ai più svariati riutilizzi. Recuperarli è molto sempre: in molti ne avranno di certo un esemplare in garage o in cantina, dimenticato a seguito della consegna di un grande elettrodomestico o di un corposo mobile, inoltre spesso sono regalati da centri commerciali o da piccole aziende per chi ne facesse richiesta.
Oltre al pallet, questo progetto richiede l’uso di strumenti largamente disponibili nei negozi dedicati al bricolage: sarà sufficiente procurarsi dei chiodi per il legno di circa 3-5 centimetri ciascuno, un martello, della colla vinilica, della vernice trasparente fissativa per il legno e, se necessario, anche un telo in tessuto per giardino, di circa 2 metri di larghezza e altrettanti in altezza. L’obiettivo è quello di posizionare in verticale il pallet, per trasformare la sua struttura tipica a listelli in tante terrazzine, dove coltivare le proprie varietà preferite.
Come facile notare, la superficie superiore del pallet è solcata da assi orizzontali, separati fra di loro da pochi centimetri. Con l’aiuto del martello, utilizzato dall’estremità per l’estrazione dei chiodi, si rimuovano alcuni di questi assi affinché risultino alternati, creando quindi uno spazio più generoso per la crescita delle proprie piantine. Gli elementi tolti, però, non andranno buttati: questi costituiranno la base delle terrazzine di coltivazione, dove verrà inserito il terriccio. Andranno quindi nuovamente inchiodati agli assi rimasti nella posizione originale, con un angolo di 90 gradi, ottenendo quindi una tipica forma a “L”. Realizzate le varie sezioni, si dipinge quindi il tutto con la vernice trasparente fissativa per legno, affinché il proprio giardino verticale resista alle intemperie e duri nel tempo. Quando la vernice sarà asciutta, e sempre con l’aiuto dei chiodi, sul retro si potrà fissare il telo in tessuto da giardinaggio, per evitare la terra cada: i chiodi andranno messi per tutta la cornice, quindi sul profilo delle base dei terrazzini creati. Per gli angoli più nascosti, difficili da raggiungere con il martello, si potrà fissare il tutto con della colla vinilica o, in alternativa, con del silicone.
Non resta quindi che posizionare in verticale il proprio pallet, fissandolo alla parete se necessario, e riempire ogni terrazzina realizzata con del terriccio adatto alla coltivazione delle piante scelte.
Le bottiglie in plastica rappresentano probabilmente i rifiuti maggiormente prodotti, e anche ingombranti, all’interno della casa. E sebbene il loro smaltimento divenga sempre più efficiente, ricorrere al riciclo è di certo un’idea ecosostenibile e molto pratica. E proprio dalle bottiglie si potrà realizzare uno splendido giardino verticale, anche sospeso: basterà adagiare gli elementi in orizzontale, quindi realizzare un’apertura laterale dove inserire il terriccio.
L’occorrente per questo progetto è alla portata di tutti: sarà sufficiente dotarsi di una decina di bottiglie di plastica da 1.5 o 2 litri di capienza, di un pennarello indelebile, fogli di carta A4 o cartoncino, forbici e cutter, nastro carta, spago e qualche filo di rafia.
Si prenda un foglio di carta A4, oppure un cartoncino, e si disegni un rettangolo dagli angoli arrotondati, lungo circa cinque centimetri in meno rispetto alla bottiglia e largo una decina. Il rettangolo realizzato servirà da guida per creare l’apertura laterale sulla plastica: si fissi la forma ottenuta lungo la bottiglia con il nastro carta e, procedendo in sicurezza, si proceda al taglio con il cutter oppure con le forbici. Dalla parte opposta dell’apertura, invece, andranno realizzati un paio di fori, per garantire il deflusso dell’acqua. Dopo essersi assicurati di aver avvitato in modo saldo il tappo alla bottiglia, si inserisca il terriccio prescelto e si proceda alla semina. Basterà quindi adagiare i vasetti riciclati realizzati su davanzali e ripiani o, in alternativa, appenderli in modo creativo con dello spago o del filo di rafia colorato, legato attorno al collo e al fondo di ogni singolo esemplare.

martedì 3 maggio 2016

Global warming: e se la temperatura aumentasse di mezzo grado?




Quando a Parigi, durante la conferenza del clima di fine 2015, si sono ritrovati attorno allo stesso tavolo gli uomini più potenti della Terra e gli studiosi dei cambiamenti climatici, in molti erano d'accordo su quanto sia importante contenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 °C rispetto al periodo preindustriale (oggi siamo a circa +1 °C).

In quell'occasione, tuttavia, alcuni ricercatori sostennero che l'obiettivo dovrebbe forse essere più basso, determinato a 1,5 °C: una differenza di mezzo grado può sembrare poca cosa, ma una recente ricerca ha dimostrato che, su scala globale, un piccolo scarto può avere un impatto importante su alcune aree del pianeta.

«Abbiamo trovato grandissime differenze>> spiega Carl Friederich Schleussner del Cilmate Analytics <<sulle eventualità provocate da questo piccolo scarto per tutti i luoghi del pianeta che abbiamo analizzato, i quali vanno dagli eventi estremi alla reperibilità dell'acqua, dai raccolti al degrado delle barriere coralline».


A livello globale, con 1,5 °C il livello del mare aumenterà di "soli" 40 centimetri prima di fine secolo; un ulteriore mezzo grado porterebbe la crescita a 50 centimetri, con risultati drammatici per molte città costiere e catastrofici per le isole coralline abitate dall'uomo.