martedì 10 maggio 2016

Giardini verticali: i consigli per realizzarne uno tutto tuo!

Coltivare un piccolo orto, o uno splendido giardino fiorito, non è operazione sempre semplice, soprattutto per chi vive in città. Non tutti possono infatti disporre di un appezzamento di terreno da gestire secondo i propri desideri, inoltre spesso terrazze e balconi offrono giusto lo spazio per ospitare qualche vaso di piccole dimensioni. Perché allora non recuperare in altezza con un rigoglioso giardino verticale, dove far crescere gustosi ortaggi, erbe aromatiche e profumati fiori?
Il giardino verticale è un’idea che trova sempre più spazio, in particolare nei centri urbani. Si tratta di opere alla portata di tutti; ecco qualche consiglio per realizzare il proprio giardino verticale sul terrazzo di casa, o su un davanzale, il tutto a costo ridotto grazie al riciclo creativo.
Realizzare un giardino verticale è tanto facile quanto recuperare un vecchio pallet. Queste strutture in legno, solitamente utilizzate per il trasporto e lo stoccaggio di prodotti di grandi dimensioni, sono largamente disponibili e si prestano ai più svariati riutilizzi. Recuperarli è molto sempre: in molti ne avranno di certo un esemplare in garage o in cantina, dimenticato a seguito della consegna di un grande elettrodomestico o di un corposo mobile, inoltre spesso sono regalati da centri commerciali o da piccole aziende per chi ne facesse richiesta.
Oltre al pallet, questo progetto richiede l’uso di strumenti largamente disponibili nei negozi dedicati al bricolage: sarà sufficiente procurarsi dei chiodi per il legno di circa 3-5 centimetri ciascuno, un martello, della colla vinilica, della vernice trasparente fissativa per il legno e, se necessario, anche un telo in tessuto per giardino, di circa 2 metri di larghezza e altrettanti in altezza. L’obiettivo è quello di posizionare in verticale il pallet, per trasformare la sua struttura tipica a listelli in tante terrazzine, dove coltivare le proprie varietà preferite.
Come facile notare, la superficie superiore del pallet è solcata da assi orizzontali, separati fra di loro da pochi centimetri. Con l’aiuto del martello, utilizzato dall’estremità per l’estrazione dei chiodi, si rimuovano alcuni di questi assi affinché risultino alternati, creando quindi uno spazio più generoso per la crescita delle proprie piantine. Gli elementi tolti, però, non andranno buttati: questi costituiranno la base delle terrazzine di coltivazione, dove verrà inserito il terriccio. Andranno quindi nuovamente inchiodati agli assi rimasti nella posizione originale, con un angolo di 90 gradi, ottenendo quindi una tipica forma a “L”. Realizzate le varie sezioni, si dipinge quindi il tutto con la vernice trasparente fissativa per legno, affinché il proprio giardino verticale resista alle intemperie e duri nel tempo. Quando la vernice sarà asciutta, e sempre con l’aiuto dei chiodi, sul retro si potrà fissare il telo in tessuto da giardinaggio, per evitare la terra cada: i chiodi andranno messi per tutta la cornice, quindi sul profilo delle base dei terrazzini creati. Per gli angoli più nascosti, difficili da raggiungere con il martello, si potrà fissare il tutto con della colla vinilica o, in alternativa, con del silicone.
Non resta quindi che posizionare in verticale il proprio pallet, fissandolo alla parete se necessario, e riempire ogni terrazzina realizzata con del terriccio adatto alla coltivazione delle piante scelte.
Le bottiglie in plastica rappresentano probabilmente i rifiuti maggiormente prodotti, e anche ingombranti, all’interno della casa. E sebbene il loro smaltimento divenga sempre più efficiente, ricorrere al riciclo è di certo un’idea ecosostenibile e molto pratica. E proprio dalle bottiglie si potrà realizzare uno splendido giardino verticale, anche sospeso: basterà adagiare gli elementi in orizzontale, quindi realizzare un’apertura laterale dove inserire il terriccio.
L’occorrente per questo progetto è alla portata di tutti: sarà sufficiente dotarsi di una decina di bottiglie di plastica da 1.5 o 2 litri di capienza, di un pennarello indelebile, fogli di carta A4 o cartoncino, forbici e cutter, nastro carta, spago e qualche filo di rafia.
Si prenda un foglio di carta A4, oppure un cartoncino, e si disegni un rettangolo dagli angoli arrotondati, lungo circa cinque centimetri in meno rispetto alla bottiglia e largo una decina. Il rettangolo realizzato servirà da guida per creare l’apertura laterale sulla plastica: si fissi la forma ottenuta lungo la bottiglia con il nastro carta e, procedendo in sicurezza, si proceda al taglio con il cutter oppure con le forbici. Dalla parte opposta dell’apertura, invece, andranno realizzati un paio di fori, per garantire il deflusso dell’acqua. Dopo essersi assicurati di aver avvitato in modo saldo il tappo alla bottiglia, si inserisca il terriccio prescelto e si proceda alla semina. Basterà quindi adagiare i vasetti riciclati realizzati su davanzali e ripiani o, in alternativa, appenderli in modo creativo con dello spago o del filo di rafia colorato, legato attorno al collo e al fondo di ogni singolo esemplare.

martedì 3 maggio 2016

Global warming: e se la temperatura aumentasse di mezzo grado?




Quando a Parigi, durante la conferenza del clima di fine 2015, si sono ritrovati attorno allo stesso tavolo gli uomini più potenti della Terra e gli studiosi dei cambiamenti climatici, in molti erano d'accordo su quanto sia importante contenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 °C rispetto al periodo preindustriale (oggi siamo a circa +1 °C).

In quell'occasione, tuttavia, alcuni ricercatori sostennero che l'obiettivo dovrebbe forse essere più basso, determinato a 1,5 °C: una differenza di mezzo grado può sembrare poca cosa, ma una recente ricerca ha dimostrato che, su scala globale, un piccolo scarto può avere un impatto importante su alcune aree del pianeta.

«Abbiamo trovato grandissime differenze>> spiega Carl Friederich Schleussner del Cilmate Analytics <<sulle eventualità provocate da questo piccolo scarto per tutti i luoghi del pianeta che abbiamo analizzato, i quali vanno dagli eventi estremi alla reperibilità dell'acqua, dai raccolti al degrado delle barriere coralline».


A livello globale, con 1,5 °C il livello del mare aumenterà di "soli" 40 centimetri prima di fine secolo; un ulteriore mezzo grado porterebbe la crescita a 50 centimetri, con risultati drammatici per molte città costiere e catastrofici per le isole coralline abitate dall'uomo.

venerdì 22 aprile 2016

Giornata Mondiale della Terra




Nella Giornata mondiale della Terra si è tenuta una cerimonia al Palazzo di Vetro dell'Onu, a New York, per la firma dello storico accordo sul clima raggiunto lo scorso dicembre a Parigi, per fermare il riscaldamento del Pianeta. A siglare l'impegno davanti al segretario generale Ban Ki Moon, un numero record di oltre 171 Paesi. Il primo è stato il presidente francese Francois Hollande; per l'Italia ha firmato il premier Matteo Renzi . Il segretario di Stato americano John Kerry ha firmato con la nipotina in braccio. "Un messaggio di speranza per le future generazioni" come hanno detto molti leader tra cui Renzi. Alla cerimonia è intervenuto anche il messaggero delle Nazioni Unite per il clima, Leonardo di Caprio

"E' una corsa contro il tempo, la finestra per mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto i 2 gradi, e ancora di più contenerlo entro 1,5 gradi, si sta rapidamente chiudendo": cosi' il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aprendo la cerimonia. "Sono 171 i Paesi che sono qui per firmare: stiamo raggiungendo un record in questa sala, ma anche fuori - ha continuato Ban -, sulle temperature globali, sullo scioglimento dei ghiacci e sul livello di carbonio nell'atmosfera". "Per questo - ha concluso - chiedo a tutti i Paesi di firmare velocemente l'accordo di Parigi, in modo che possa entrare in vigore il più presto possibile".

L'evento è stato voluto da Ban Ki moon proprio oggi in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra e la cerimonia è senza precedenti per il numero di capi di Stato o di governo - una presenza record dal 1982, quando 119 Stati siglarono la Convenzione sul mare - Per l'Italia con Renzi c'è anche il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, che dice: "Oggi firmiamo un accordo fondamentale per il futuro del Pianeta e da domani dovremo passare ai fatti. Ogni Paese si impegna con azioni all'interno del suo territorio, tenendo presente che gli Stati più poveri sono quelli che soffrono di più gli effetti dei cambiamenti climatici e per questo ci vuole una grande cooperazione. E' questa la forza dell'accordo: la consapevolezza che la sfida ai cambiamenti climatici o si vince tutti insieme o non si può vincere". "L'obiettivo - aggiunge Galletti - è quello di investire ancora di più sulle rinnovabili e il nostro Paese ha già fatto moltissimo in questo senso. Noi - ricorda - abbiamo il 17% di produzione di energie rinnovabili sul totale della produzione. Dobbiamo continuare su questa strada".


Tutti i leader hanno messo la propria firma come impegno ufficiale al raggiungimento dell'obiettivo di restare "ben al di sotto dei 2 gradi" di aumento della temperatura rispetto ai livelli pre-industriali, e se possibile contenerlo entro 1,5 gradi. Così, dicono gli scienziati, si potranno evitare conseguenze catastrofiche. Per frenare il global warming, la strada è ridurre fino ad azzerare entro la seconda metà del secolo le emissioni di gas a effetto serra mettendo un freno ai combustibili fossili e dando slancio alle rinnovabili.

lunedì 11 aprile 2016

Giornata Mondiale dell'Acqua: ecco quanta ne sprechiamo


C'è l'acqua che beviamo o facciamo scorrere dal rubinetto. E poi c'è quella - "virtuale" - che è servita a produrre il cibo che mangiamo, o gli abiti che indossiamo. È soprattutto quest'ultimo, invisibile spreco a pesare sull'impronta idrica italiana: il nostro è il secondo Paese al mondo per volume di acqua dolce utilizzata in tutte le fasi di produzione dei beni di consumo, con il triste primato europeo di 2.232 metri cubi di acqua dolce l'anno pro capite.

Prima di noi, soltanto gli Stati Uniti, con 2.483 metri cubi di acqua annua a persona. Sono le cifre impressionanti contenute in Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro, del Barilla Center for Food & Nutrition (Fondazione BCFN), diffuse in occasione della Giornata mondiale dell'acqua 2016. 

A pesare su questo bilancio è soprattutto una dieta sempre più lontana da quella mediterranea. Ai circa 2 litri di acqua al giorno che beviamo dobbiamo sommare i litri impiegati per far arrivare cibo sulle nostre tavole, che vanno dai 1500-2600 litri al giorno per i vegetariani, fino ai 4000-5400 per chi mangia molta carne. Un hamburger di 150 grammi "consuma" circa 2500 litri d'acqua (spesa, per esempio, per ricavare il foraggio da dare in pasto agli animali); un chilo di pasta, 1710 litri; un pomodoro, solo 13 litri.

Il consumo d'acqua virtuale contribusce per l'89% all'impronta idrica giornaliera del nostro Paese. Scegliere alimenti a basso impatto idrico è uno dei comportamenti che possiamo adottare per limitare gli sprechi. Sulla Terra circolano 1,4 miliardi di km cubi d'acqua, ma solo lo 0,001% di questi è disponibile per il consumo umano, e le risorse d'acqua sono destinate a diminuire del 20-40% entro fine secolo.

mercoledì 16 marzo 2016

Il più bell'albero del 2015



"Eleggi l'albero dell'anno" è un interessante concorso fotografico su scala nazionale che si svolge ormai da due anni, che, proprio in questo periodo, determina quale tra le tantissime fotografie e varietà di alberi merita il titolo di più bello dell'anno trascorso.

L'obiettivo? Sensibilizzare gli italiani su tematiche legate all'ecologia e alla cura del verde, ponendo un accento sulla valorizzazione di alcuni grandi tesori della natura che ci circondano.

L'edizione appena conclusa ha visto alcuni "partecipanti" davvero importanti: come la "grande sequoia" del Vajont che, unica e sola, resistette ad una grandissima frana, o l'antichissimo cedro di Treviso.

Come dicevamo, proprio in questi giorni è stato eletto il vincitore del concorso:  il noce trentino di Cles, un albero non nobile, forse, ma "saggio", monumentale e molto resistente.

Il concorso si è svolto sulle pagine del social network Facebook, dove l'albero più bello dell'anno è stato votato a suon di "mi piace".

martedì 8 marzo 2016

Festa delle donne



Lo staff del blog di Falcinelli Group augura a tutte le donne che ci seguono un buon 8 Marzo ed una felicissima festa della donna! 

mercoledì 2 marzo 2016

Il giardino a Marzo



Marzo è il mese dell'equinozio di primavera; Ha ufficialmente inizio la stagione dei fiori, ma non bisogna mai dimenticare la natura un po' "pazza" di questo mese!


Si tratta infatti di un mese inaffidabile dal punto di vista del clima; ci si può infatti imbattere nelle ultime inattese nevicate, o in giorni di freddo intenso. Questi pericoli sono più alti nelle regioni del nord, dove potrebbe piovere molto. 
Nell'italia del sud Marzo è invece sicuramente un mese di piena primavera, e molte delle piante dovrebbero già essere in fase di crescita.

In questo mese dobbiamo rimboccarci le maniche ed iniziare i lavori necessari per il giardino e per l'orto. 
Ricordiamoci che i lavori del terreno e le semine vanno comunque eseguiti solo se ce lo consentono le condizioni atmosferiche.

Le Primule, le Calendule, le Violaciocche, le Pratoline, le Sassifraghe e tra gli arbusti le Forsizie ci regalano le prime magnifiche fioriture rallegrandoci con nuovi colori, mentre si piantano i nuovi tappeti erbosi (sempre se non lo avete già fatto in autunno) e le varietà più rustiche di rose.

Per le piante è inoltre il periodo delle potature, sia per quelle che hanno già effettuato la prima fioritura, sia per quelle che fioriranno in estate-autunno. Nei rosai si potano le piante già esistenti per togliere la vegetazione in eccesso o malata.

In casa la ripresa vegetativa delle piante d'appartamento è avviata. Quindi può essere opportuno effettuare una fertilizzazione con prodotti adatti al genere di pianta. Per alcune delle nostre piante è arrivato il momento del rinvaso, e si dovranno utilizzare contenitori solo leggermente più ampi del precedente. 

Nell'orto, infine, si effettuano quasi tutte le semine delle principali specie. Cipolle, bietole, cardi, cicorie, lattughe romane, piselli, prezzemolo, rapanelli e spinaci.